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Torino, Salone del libro con Tessera PD

Salone del libro, iscriversi non è consentito a tutti gli editori

Salone del libro - Torino

“Tessera, prego”. Al Salone Internazionale del libro di Torino, 9-13 maggio, non ti sentirai più chiedere il biglietto d’ingresso, ma la tessera del Partito Democratico, in arte PD. Senza questa, avrai preclusa ogni porta d’ingresso, poiché, non da ora, la Cultura e il suo commercio è appannaggio esclusivo della sinistra, proprio quella che ha rovinato, nel tempo, la scuola e l’Istruzione, quella non in linea con i dettami di Stalin o Mao. Oggi ne vediamo i “felici” risultati, con picchi di ignoranza che superano ogni limite di decenza, perché è il “NON SAPERE” quello che fa crescere la gioventù, futura classe dirigente della nostra Italia. Ve ne sarete accorti tutti quanti pozzi di scienza sfilano adombrati ed incazzati per le strade, nei cortei proibiti e nei pochi consentiti. Alla recente festa del 25 aprile, vedi i numerosi video, nessuno dei numerosi intervistati sapeva per quale motivo era in piazza. Vi sembra poco? se poi, poco poco, si trova un ragazzo preparato, che ha studiato liberamente, è un individuo fuori dal tempo e sicuramente un fascista. Poverino e poveri noi.
Al Salone del Libro, lo sapevamo già, possono partecipare solo gli editori “rossi”, quelli con la vecchia arrugginita falce e martello ben stampata in evidenza. Tutto secondo una filosofia della democrazia, tanto cara a Stalin. La democrazia è roba vecchia, non lo sapete? Peggio per voi, cari amici lettori. E’ una stupida forma di convivenza sociale che certi babbalucchi filosofi greci si sono inventati, tanto per perdere tempo, nelle adunate tra amici,chiamati convivi, attorno ad un bel bicchiere di vino. Socrate è stato il più testardo, a tal punto che ha scambiato un inebriante Aglianico con la Cicuta, uno strano amaro che gli amici hanno dovuto dare per forza, tanta è stata la sua insistenza. Che “fesso”, però è stato: gli bastava cambiare qualche parola e sarebbe stato vivo. No disse e no è stato. Si è lasciato morire per difendere la democrazia e la legge. E che dire di un altro suo paesano di nome Pericle? Tutto il male possibile, perché pretendeva che in una sana civiltà , tutti gli esseri umani fossero liberi di esprimere le proprie opinioni, senza offese per nessuno, e scegliersi i propri governanti, con la massima libertà. Ma volete scherzare? Oggi, è assolutamente proibito pensare, o meglio, è consentito pensare secondo i dettami che legiferanti di potere hanno sparso come Vangelo. O ti accontenti,o peggio per te.
A Torino, al suo ben collaudato ed apprezzato Salone del libro, non possono iscriversi tutti gli editori, ma solo quelli che di democrazia abbiano una consapevolezza distorta ed indirizzata in un solo solco, quello di sinistra. E’ capitato alla casa editrice Altaforte, messa su, con successo, da Francesco Polacchi, essere stata esclusa , solo perché ritenuta vicina a certe ideologie non gradite ai sinistrosi moderni, che vedono pericoli ad ogni angolo e si sentono vilipesi, solo a sentire certe parole, inventandosene una ad hoc, “antifascismo” ed usata, anzi abusata, quando certo mondo intellettuale non ha più niente da dire, ammesso che abbia mai detto qualcosa.
Oggi devi essere contro un regime che non esiste più, sepolto da metri di terra “rossa”, ma che torna comodo all’occorrenza. Capito signori Socrate e Pericle, come è concepita la ” demos kratos ” in quella Italia che voi avete civilizzato con la fondazione della Magna Grecia? Qui non comanda il popolo, comanda un simbolo politico che si chiude a riccio con i suoi interessi, talvolta anche sporchi e, in questa logica, il povero editore, onesto lavoratore e datore di lavoro al tempo stesso, non può portare la sua editoria sotto i riflettori della capitale sabauda. Solo perché “è vicino” a Salvini, con la speranza che costui si faccia spesso la doccia. Avete capito? Penso e spero di si.
di Giovanni Labanca