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N. 102 – Un lungo Giro con Nibali favorito

Le tappe sono ventuno di cui tre a cronometro

Suggestivi paesaggi che ospitano tutti gli anni il Giro Rosa

Ha preso il via, sabato, il Giro d’Italia numero 102. La cronoscalata da Bologna a San Luca ci ha consegnato la prima maglia rosa che, per essere definitivamente assegnata, deve veder passare, lungo 3578,8 chilometri di asfalto tra salite e pianure, 22 squadre con 176 corridori che si daranno battaglia fino all’Arena di Verona, dove è posto il traguardo finale del 2 giugno. Festa della Repubblica.
Le tappe sono ventuno di cui tre a cronometro, sei di bassa difficoltà, sette di media e cinque di altissima difficoltà, che corrispondono alle maestose e storiche salite che, da sempre, hanno segnato e segnano la storia della corsa rosa.
Il tracciato è piaciuto a tutti i corridori, tanto sono ben consapevoli che bisognerà sudare, chilometro dopo chilometro, per assaporare momenti di gloria e godersi i baci delle Miss. Vedremo come andrà, anche se a prima vista, non si direbbe una corsa tanto insidiosa, considerate le assenze eccellenti che la caratterizzeranno. Sono fuori Froome, Thomas, Bernal, Valverde e Aru, tra i maggiori. Confermati e già in corsa vediamo Vincenzo Nibali, con il fido Domenico Pozzovivo, Tom Dumoulin, vincitore due anni fa, Simon Yates, vincitore di tre tappe l’anno scorso, Primoz Roglic, Miguel Angel Lopez, Il’nur Zakarin, Davide Formolo, Rafal Majka, Bob Jungels, Mikel Landa, Enea Viviani e Fernando Gavira, che faranno sicuramente a sportellate negli sprint vincenti dei velocisti.
Tutto sommato, visto che il Giro è sempre il Giro, tutti lo vorranno vincere, in primis Vincenzo Nibali, trionfatore nel 2013 e 2016, il cui inizio di stagione non è stato molto esaltante, rispetto allo scorso anno, quando vinse alla grande la Milano-San Remo. La carovana, intanto, è già attesa in tutte le città di passaggio, mentre è stato fatto notare che, ancora una volta, mancano tappe nel Sud Italia. Saranno accontentati quanto prima, assicura il direttore Mauro Vegni.
L’entusiasmo per la corsa non muta, tanto che la magia delle due ruote rincuora anche il mercato delle bici, ormai in vendita in ogni foggia, a qualsiasi prezzo, per qualsiasi corsa. Grande sarà la gioia di scendere in strada per vedere i propri beniamini con le raccomandazioni, ai più esagitati, di non buttare gambe all’aria professionisti che fanno il loro duro lavoro e che non sono affatto desiderosi vedersi attraversare la strada da gatti e uomini incoscienti, come purtroppo accade. Speriamo bene.
Ecco il Giro ai raggi X: sono impegnative le stesse cronometro, niente affatto una passeggiata, già a cominciare dalla prima che è arrivata a San Luca in altura. La fanno da padrona le montagne, come è ovvio e sono tante durante l’ultima settimana. La tappa più lunga è la Ivrea-Como di 237 chilometri, con la Madonna del Ghisallo e la Colma di Sormani (senza muro), Civiglio e San Fermo. Tappone di 226 chilometri e 5700 metri di dislivello con il Passo della Presolana, la Croce, Passo del Gavia, Cima Coppi, in ricordo del Campionissimo, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, Passo Mortirolo, montagna Pantani, dal versante mitico di Mazzo di Valtellina, Montello Passo San Boldo. Tappone dolomitico con 5000 metri di dislivello, Cima Campo, Passo Manghen, Passo Rolle e salita finale con Croce d’Anne-Monte Avena. Significativa la tappa del 17 maggio, con partenza da Vasto ed arrivo a L’Aquila.
Un bel finale, non c’è che dire, proprio quello che la gente spera di vedere. Oggi si corre la terza tappa da Vinci ad Orbetello di 220 chilometri.
di Giovanni Labanca