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Hamas gioca con il fuoco

Israele non si fida

Razzi lanciati da Gaza verso Israele

Dopo la raffica di razzi lanciata da Gaza verso Israele, con la risposta dell’esercito ebraico che ha provocato una trentina di morti, i palestinesi hanno chiesto una tregua che, provvisoriamente, è stata accettata. Israele, giustamente, non si fida, però, del gruppo terroristico che dirige le operazioni da Gaza.
I palestinesi vogliono che venga tolto il blocco deciso da tempo da Gerusalemme in merito ai movimenti degli abitanti della striscia. Come detto, però, Israele non si fida perché alleggerendo i controlli sui movimenti interni di Gaza, arriverebbero sicuramente armi e materiale bellico dall’Iran, sponsor ufficiale di Hamas e la guerriglia palestinese con il lancio di razzi verso il sud di Israele. Gerusalemme, in merito a questi razzi, che tra l’altro hanno colpito Sdrot, hanno avuto cinque morti, soprattutto dovute ad un ospedale colpito nella cittadina di confine.
Hamas sa di giocare con il fuoco perché se Gerusalemme viene costantemente minacciata, la reazione dell’Esercito israeliano potrebbe essere devastante. È abbastanza una decisione di Netan per far partire i caccia con la stella di Davide verso la striscia, bombardando non solo i covi di Hamas, da dove partono i razzi, ma anche obbiettivi non strategici, che metterebbero al tappeto la già agonizzante economia palestinese. Insomma, è meglio per Hamas e compagni stare tranquilli, perché un intervento israeliano con l’aviazione e i trecento carri armati schierati ai confini con la striscia, farebbero una carneficina che difficilmente Gazza dimenticherebbe. Intanto, prosegue il braccio di ferro tra i due leader libici, Fayez Serraj e Haftar, costato finora, la vita ad un centinaio di persone.
Il premier del governo di Tripoli in settimana è arrivato a Roma ricevuto a Palazzo Chigi da Conte. La visita a Roma di Serraj è avvenuta poco più di un mese dall’avvio dell’offensiva contro Tripoli del generale Haftar. L’Italia insiste per il cessate il fuoco e oer una soluzione politica della crisi. Haftar ha invitato ancora i suoi soldati a proseguire la battaglia per la conquista di Tripoli, nonostante l’appello dell’ONU per tregua umanitaria di almeno una settimana.
Il leader della Cirenaica, malgrado l’inizio del Ramadan, ha chiesto ai militari di continuare la lotta contro Tripoli, dall’inizio degli scontri il numero dei morti è salito a 432 e quello dei feriti a 2069, Lo ha reso noto l’OMS, stimando in oltre 50000 gli sfollati.
di Luigi Sada