';

San Salvo-Roccaraso: aria di montagna dopo tanto sole

Abbiamo assistito ad una delle tappe più belle tra quelle finora percorse

San Salvo, chiesa di San Giuseppe San Salvo, chiesa di San Giuseppe

San Salvo-Roccaraso: aria di montagna dopo tanto sole

di Giovanni Labanca

Abbiamo assistito ad una delle tappe più belle tra quelle finora percorse, sia dal punto di vista tecnico che paesaggistico, per via dello stupendo scenario che si è parato davanti agli occhi di tutti. Troppo bello, tanto che, senza sembrare del tutto pazzo, io chiederei la ripetizione della tappa su un altro qualsiasi canale. Troppo bello, tutto troppo bello, con quel mare da favola, con Vieste tra colori estivi pur trovandoci già in autunno, e al posto delle foglie ingiallite, un mare di piante di ulivi, filari ininterrotti di piante da frutta ancora verdi, attraversati da strade finalmente messe a posto, almeno per la parte ricadente sotto le poderose pedalate di ciclisti che via via stanno prendendo sempre più confidenza con la corsa.

Si entra nell’atmosfera giusta e la tappa odierna si presta bene a questa esigenza. Ora basta sole, uffa quanto ne abbiamo preso! Ci vuole un po’ di refrigerio per ritemprare i muscoli, abbastanza rodati per le tappe più impegnative, anche se quelle proposte finora non hanno affatto demeritato, anzi hanno riproposto finali avvincenti con un grande Démare che ha dettato legge e ha messo tutti in fila. Da oggi le cose potrebbero cambiare perché si parte dal mare fino ad arrivare ai 1600 metri di Roccaraso. Aria fine e salubre che darà ossigeno ai polmoni. Ne vedremo delle belle, già dalla partenza da San Salvo, una piccola rocca medioevale, in provincia di Chieti, in Abruzzo, dove potrebbero trovare già la neve. San Salvo con le sue abbazie è un intreccio di preistoria, storia romana e medioevale, per via di un santo che ha portato in paradiso tanta gente, dopo che questi gli hanno dedicato una abbazia di quelle che non conoscono rivali e attorno alla quale un popolo di pastori e contadini hanno vissuto in santità e con la pancia piena, se si pensa allo sfruttamento di un terreno favorevole e adatto ad ogni tipo di agricoltura. “Ora et labora” è stato il motto di chi, negli anni, ha visto arrivare vescovi, monsignori e Papi, che di San Salvo hanno fatto una loro seconda casa, dove hanno incontrato anche imperatori e nobiltà di ogni paese del circondario. Per le sue belle chiese San Salvo è divenuto assai famoso e lo resterà per sempre se si continuerà a seguire gli esempi di santità e laboriosità dei monaci benedettini, che sono stati i veri artefici di una specie di miracolo imposto, con disciplina, tanto che la crescita del paese è stata sempre costante fino a meritare anche la partenza di una tappa del Giro d’Italia.

Lasciati i contadini alla coltivazione delle nocciole, che le aziende dolciarie acquistano, ci si invola verso quella che è diventata una delle più belle stazioni sciistiche in provincia de L’Aquila, feudo dei napoletani, oggi abitato anche da molti sciatori che hanno vertiginosamente aumentato il numero degli abitanti. La fortuna di questa località è stata l’intelligenza di capire di essere nati in un posto meraviglioso, in cui poter vivere bene, e mettere a frutto la bellezza dei luoghi, unito allo squisito senso di ospitalità che li contraddistingue e ai servizi efficienti che propongono anno dopo anno. Un lusso è oggi poter villeggiare a Roccaraso e questo lo hanno capito anche i ciclisti che ne approfittano, dopo 208 chilometri, per trascorrervi almeno un pomeriggio e una nottata.

Cambieranno gli attori sulla scena, si alternerà gente come Vincenzo Nibali e Domenico Pozzovivo, ansiosi come non mai di mostrare quello che valgono. Roccaraso non gradirebbe e non meriterebbe un arrivo insignificante e perciò farebbero bene gli altri aspiranti al podio a darsi una mossa e dimostrare che il Giro non è solo spiagge, cielo azzurro e mare turchese.