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Tav o No Tav, arriveremo a Roma!

"Bomba o non bomba, noi arriveremo a Roma"

"Bomba o non bomba, noi arriveremo a Roma", da una canzone di Antonello Vendetti

Per la precisione, la frase giusta è “Bomba o non bomba, noi arriveremo a Roma”, da una canzone di Antonello Vendetti.
Riferito ai nostri giorni di accese polemiche politiche sulla opportunità di realizzare la TAV tra Torino e Lione, vuol dire che, qualsiasi cosa il governo dovesse decidere ci sono, secondo l’ANCE, sparsi per il nostro bel Paese, ben 270 cantieri da aprire, per un valore complessivo di 270 miliardi, corrispondenti a ben 330 mila posti di lavoro e 75 miliardi di ricadute sull’economia nazionale; 670 opere incompiute, per un valore di 4 miliardi.
Tra le opere di estrema utilità ed urgenza ci sono: la Gronda di Genova (5 miliardi), la terza corsia dell’A1 da Firenze a Pistoia (3 miliardi), Sistema delle tangenziali venete Verona-Padova (2,2 miliardi), tanto per citarne le più importanti ed urgenti, visto che sono realizzazioni che sono in ballo da trent’anni.
Il presidente dell’ANCE Edoardo Bianchi chiama sul banco degli imputati soprattutto la burocrazia creata dallo Stato che sembra fatta apposta per bloccare il lavoro, dove di lavoro c’è immenso bisogno. Per esempio, i soggetti maggiormente interessati sono le scuole, le strade, i ponti, tratti ferroviari, risanamenti di ogni genere del territorio, tutti elementi che hanno bisogno di manutenzioni e, cosa ben più grave, è che i soldi ci sono tutti, già nei cassetti a disposizione, per cui basterebbe solo la volontà e la possibilità di estrarli e metterli a frutto, con la creazione di centinaia, se non migliaia. di altri posti di lavoro diretti e tanti benefici con il derivante indotto. I misteri di questi fermi, sono sempre misteri e non si riesce ad individuare i colpevoli di questa penosa situazione di stallo. In una nazione normale, sarebbe stata assurda una situazione del genere, perchè solo gli stolti che hanno la tavola imbandita riescono a morire di fame. Roba da non crederci.
Il governo, non solo Di Maio e Salvini, deve decidersi a sbloccare questa empasse vergognosa, per rimediare ai tanti governi precedenti, che ci hanno ridotto con le pezze al culo e non si sono mai impegnati ad avviare la macchina giusta per ridare ossigeno alla economia asfittica che loro stessi hanno generato per incapacità. Chiamare sul banco degli imputati questa amministrazione è solo da cretini, diciamolo chiaramente. Essa ha ereditato un mare di guai e deve pure avere il tempo di operare e rimediare. La prima mossa deve essere l’emanazione del decreto legge, il tanto atteso “Sblocca cantieri”, al più presto, per rimettere in moto quella macchina che si chiama lavoro. Bisogna, forti delle vecchie esperienze, commissariare ogni cantiere per avere la certezza che il lavoro iniziato venga finito nel tempo stabilito e senza alcun altro finanziamento aggiuntivo, come si faceva una volta, nei tempi bui del magna magna. Qualcuno storcerà il naso, ma dobbiamo prendere esempio dal ventennio fascista, almeno in questo, quando l’onorevole Araldo di Crollalanza ha dormito in un vagone ferroviario, fino a quando le opere di ricostruzione, dopo un terremoto, non fossero state portate a termine nel modo migliore.
Il governo stesso deve legiferare per inasprire le pene per i lazzaroni che sono sempre pronti, come affamati avvoltoi, a piombare sulla preda degli appalti. Non abbia paura di fare questo che noi invochiamo, a nome degli italiani tutti, se veramente volesse realizzare quello che i tanti dannosi governi precedenti non sono stati capaci di fare. L’Italia guarda con una certa fiducia questo esecutivo, seppur litigioso, e spera che, messe da parte le personali opinioni, riporti l’Italia sopra la linea di galleggiamento, prima che venga risucchiata negli abissi della miseria e della povertà.
Capito ora, la canzone di Venditti, il cui significato è molto eloquente è chiaro?
Giovanni Labanca