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Politica, garbuglio indecente per una Nazione civile

Per Renzi i 5S hanno concluso la loro parabola Per Renzi i 5S hanno concluso la loro parabola

Politica, garbuglio indecente per una Nazione civile

di Giovanni Labanca

Non è necessario essere politologo di consumata esperienza per capire, o cercare di capire, quello che il teatrino della politica italiana sta offrendo al mondo intero. Al momento, abbiamo una maggioranza rossonera, ci si rifugia sempre nel pallone, formata da 5S e PD che gode, come conviene, dell’appoggio di Renzi, il quale, stranamente ed inspiegabilmente, vota contro il suo stesso governo per alcuni provvedimenti e per altri no. Giura, però, che è sempre fedele alla maggioranza e che mai la farebbe cadere, per non spingere il Paese ancora di più verso il baratro che si intravede poco lontano.

L’uomo comune, il cittadino votante per seguire le metamorfosi dell’esecutivo rischia seriamente di avere un forte capogiro, senza aver preso piena coscienza di quello che esce da Palazzo Chigi. Si emaneranno anche provvedimenti importanti, ma non si fa una ragione del perchè qualche alleato, sempre Renzi, si accodi all’opposizione e voti contro. In che mondo viviamo, se si dà l’impressione di agire per mera convenienza e per ragione di bottega. Fate vobis, cari lettori.

Pd e Cinque Stelle col problema Renzi
    Pd e Cinque Stelle col problema Renzi

La zattera Italia sta navigando in acque perigliose e, quando sembra che un vortice stia per ingoiarla, le arriva un salvagente che la tiene a galla, almeno per respirare per qualche tempo. Possiamo andare avanti così? Lo chiediamo, con tutto il dovuto rispetto, al Capo dello Stato, il mite, troppo mite, Sergio Mattarella. Questi, come un gendarme assonnato, osserva e tace e non dice una parola a proposito di uno scenario che è da brividi, al cui orizzonte compaiono e scompaiano le elezioni politiche. Per risolvere e porre fine a queste farse da carnevale, ci vorrebbe, anzi, ci vuole una decisione forte, che squarci il silenzio e ponga tutta la classe politica di fronte alle enormi responsabilità cui è votata. Una volta per tutte, bisogna prendere questa decisione, che i partiti di minoranza invocano con argomenti seri, davanti agli occhi di tutti, con il supporto della maggior parte del popolo che è stanco di essere in un limbo, da cui non si esce facilmente. Alle urne, alle urne, dunque ed anche alla svelta. Mattarella lo sa, ma ha le mani legate dal partito  o dai partiti che lo hanno seduto sulla poltrona aurea del Colle, dalla quale è difficile prendere decisioni che sarebbero logiche,ma che sarebbero choc e dirompenti per Conte e compagnia bella o brutta, a secondo i punti di vista. La Costituzione parla chiara: quando il paese diventa ingovernabile, anche se legifera con i numeri a favore, lo autorizza a sciogliere il Parlamento ed indire nuove elezioni, il richiamo alle urna, da dove dovrebbe uscire un assetto politico forte, talmente forte, da poter far fronte alle continue intemperie che imperversano su Roma, da mane a sera. La parola al popolo sovrano potrebbe mettere, finalmente, fine alle continue sceneggiate, i cui protagonisti sembrano pensare solo  a slogan odiosi verso gli avversari e a battere solo i tasti che sono diventati stantii e puzzolenti e di cui si chiede il ricambio.

Il tempo stringe e va contro i tanti emuli dell’imperatore Quinto Fabio Massimo, detto il “cunctator”, il temporeggiatore, con la differenza, però, che il suddetto assumeva le sue decisioni per il bene comune e non per quello personale o di partito.

Vogliamo aspettare ancora;trascorrere la prossima estate che si preannuncia infuocata in tutti i sensi, mentre la casa brucia ed i muri si sono già anneriti? Per questo Mattarella, anche da bravo pompiere, deve preparare gli idranti, ma di quelli potenti.