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Giro: Morbegno-Asti

La tappa del riposo

Morbegno Morbegno

Giro: Morbegno-Asti

La tappa del riposo

di Giovanni Labanca

Sono 258 i chilometri che i ciclisti, reduci dallo Stelvio, dovranno percorrere per arrivare dalla Valtellina, partendo da Morbegno, la Porta della Valle, fino ad Asti. La tappa, gran riposo, servirà per recuperare le tremende fatiche di ieri, consumate tra i meravigliosi gironi della Montagna del Giro, nel Parco incantato, tra i più belli d’Italia.

Ha vinto Hindley (Team Sunweb), sua prima vittoria in un Giro importante, che ha battuto con un benevolo scatto, il suo compagno di avventura Hart (Team Ineos). Almeida, come era prevedibile, ha perso la Maglia Rosa, che è passata a Wilco Kelderman. Cambia anche il resto della classifica, Nibali  e Pozzovivo perdono posizioni. E’ fatta ormai e si pensa solo alle gran bevute di Asti. Spumante che spetta a tutti i coraggiosi atleti che hanno onorato, fino in fondo, la tappa di Coppi e, quindi, meritevoli di ogni festeggiamento. E li avranno ad Asti.

A Morbegno non mancheranno, ugualmente, buone bottiglie di quel meraviglioso vino che cresce sui famosi  Terrazzamenti, ricavati sfruttando ogni pezzo di terra. e non mancherà nemmeno un gradevole assaggio di Bitto, uno dei formaggi più caratteristici della Valle. Come punto di passaggio, Morbegno possiede altri prodotti diversi, come tanti e diversi sono stati i passanti per i suoi territori.  Si avanza piano nel pianeggiante, dove, oltre a piccoli centri, incontriamo Vigevano, con la sua magnifica Piazza del Bramante e il Castello visconteo. Vigevano, non lo scordiamo, è stata capitale della scarpa e ha dato lavoro a tanta gente. La sua storia è legata al casato degli Sforza di Milano, che la preferivano a Milano per le vacanze.

Ecco in vista le prime colline di Asti, con i filari di viti, che sono l’orgoglio italiano nel mondo. Il nome della città deriva, probabilmente dalla parola latina Hasta, che significa pertica. E’ stata al centro delle tante campagne militari di Marco Fulvio Flacco. Tra le sue meritevoli attività dobbiamo segnalare almeno la costruzione di Anfore vinarie ed  anfore, come non manca di annotare Plinio il Vecchio, che aggiungeva che servivano al trasporto del vino “per terra e per mare”.

Asti
Asti

Asti, sotto il dominio dei Longobardi, si  guadagnò anche il titolo di primo ducato piemontese, affidato alle dipendenze di Goldoaldo, fratello niente meno che della regina Teodolinda. Arrivati i Franchi di Carlo Magno, le cose cambiarono in favore della Chiesa e, soprattutto dei vescovi, che si arricchirono parecchio, per il permesso ottenuto di battere moneta propria. Non dimentichiamo di segnalare il famoso Palio e Palazzo Alfieri, luogo natio del poeta Vittorio, da visitare.

Potremmo citare i nomi dei vini, ma non si può per motivi “tecnici”, tanto li conoscerete per quante bottiglie  ne avete bevute. Domani si riparte, ancora verso le montagne e sarà di nuovo spettacolo con conseguente decimazione del plotone viaggiante verso Milano.