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Siria, la guerra non è finita

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Siria, la guerra non è finita

di Luigi Sada

L’offensiva di Damasco contro i ribelli siriani, appoggiati dalla Turchia, sta segnando una svolta. I governativi di Assad stanno per entrare in Aleppo, agganciando con gli alleati russi verso l’epilogo del conflitto. La politica mediorientale, però, in questo caso, lascia piuttosto perplessi, perché dalla parte di Assad c’è la Russia, da quella dei ribelli c’è, oltre la Turchia, l’appoggio all’Isis, che non ha mai abbandonato l’ipotesi della ricostruzione dello stato islamico, dopo la disfatta di due anni fa. Il bello è che Erdogan è alleato di Putin e la gente si chiede a quale gioco gioca il dittatore turco, tra l’altro invischiato con parte delle proprie truppe nella guerra in Libia.

Ribelli siriani
                           Ribelli siriani

In settimana c’è stata la visita a sorpresa del ministro degli esteri Di Maio, atterrato a Tripoli, dove si è incontrato con il premier del governo libico Fayez al Sraj e il ministro dell’interno del Gna, Fathi Bashaga. La visita di Di Maio è giunta all’indomani dell’incontro lunedì sera a Parigi, con il ministro degli esteri francese Drian, durante il quale la Libia è stata una degli argomenti centrali. Al di là del polverone libico, come detto, tiene banco l’offensiva dei governativi Siriani, che hanno riconquistato tre quarti di terreno occupato dai ribelli sostenuti dagli islamici che hanno avuto , fin dall’inizio, il progetto di islamizzazione della Siria, dove con Assad, la Nazione ha come statuto principale la laicità. La Russia di Putin ha inviato soldati ed armi a Damasco, con l’avvallo, sembrerebbe, di Israele che, fra i due mali, sicuramente opterebbe per Assad, che non è certamente un guerrafondaio come il padre. e qualcuno abbia visto una volta Assad con indosso una divisa militare, alzi la mano. Il presidente della Siria ha concesso al proprio popolo la massima libertà, rigettando i massimalismi religiosi. I siriani hanno un alto grado di cultura, sono parecchi medici e laureati, che non pensano assolutamente di concedere il semaforo verde all’estremismo islamico che è capace di produrre solo guerre e dolori alla popolazione. Sulle alture del Golan, da anni regna la calma. La Siria sembra stia imparando il comportamento della Giordania, che ha siglato la pace con lo stato ebraico. Un nostro collega, nei giorni scorsi, ha fatto una vacanza ad Aqaba, ai confini con Eliat e in quell’angolo la situazione è serena e paradisiaca, con hotel a 5 stelle ed un mare meraviglioso. Israele e la Giordania hanno saputo costruire un sereno ambiente di convivenza e di reciproco rispetto, dove finanche una corsa in taxi per andare da Aqaba ad Eliat costa 5 cinque euro contro le 25 di Israele.