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Giro d’Italia – Un pedalata nella Storia e nella

Giro d’ItaliaUn pedalata nella Storia e nella Cultura

di Giovanni Labanca

Milano, negli studi della Rai di Corso Sempione, in una cerimonia sobria ma toccante per le condizioni ambientali che stiamo vivendo, è stato presentato il Giro d’Italia 2021, edizione numero 104.

Il Giro d'Italia 2021 parte da Torino
Il Giro d’Italia 2021 parte da Torino

La corsa Rosa partirà da Torino sabato 8 maggio e arriverà a Milano domenica 30 maggio, dopo 21 tappe, di cui 2 a cronometro, per un totale di 3452,7 km ,con ben 8 arrivi in salita, per  un dislivello totale di 46900 metri.

All’atteso evento con Letizia Paternoster, madrina, vi hanno partecipato, tra le autorità, Massimo Garavaglia, Ministro del Turismo, Urbano Cairo, presidente della RCS, Cordiano Dagnoni, nuovo numero uno della Federciclismo. Sono intervenuti anche diversi protagonisti tra i più attesi, come Filippo Ganna, Vincenzo Nibali, Peter Sagan, Remco Evenepoel ed Egan Bernal, che tra le tante vette in programma dovranno scalare anche l’attesissimo Zoncolan dal versante di Sutrio che nel 2003 vide il trionfo di Gilberto Simoni.

Questa sarà una edizione tutta speciale, perché avrà una funzione culturale-sportiva, che la renderà assai diversa dalle precedenti, per gli specifici avvenimenti che andrà a ricordare: l’Unità d’Italia, il settecentenario della morte di Dante Alighieri, il Sommo Poeta con la tappa Ravenna-Verona; i 90 anni della prima maglia Rosa, indossata dalla “locomotiva” Learco Guerra, nel Giro vinto da Francesco Camusso, sul traguardo di Mantova il 10 maggio 1931 e i 100 anni del  CT Alfredo Martini, che avrebbe compiuto lo scorso 18 febbraio.

Nutrita ed agguerrita sarà, come è sempre stata, la partecipazione dei pezzi da novanta delle due ruote mondiali, con lo “Squalo” Vincenzo Nibali – a caccia del terzo sigillo –  Domenico Pozzovivo, il colombiano Egan Bernal (all’esordio), il belga Remco Evenepoel, lo spagnolo Mikel Landa, i francesi Romain Bardet e Thibaut Pinot, Peter Sagan, Elia Viviani, Giulio Ciccone e il fenomeno Filippo Ganna,  vincitore di quattro tappe nell’ultimo Giro.

In tutto, saranno su strada, 23 squadre – le 19 del World Tour, più la Alpecin Fenix e le tre Wild Card (Bardiani-Csf, Vini Zabù e Eolo-Kometa) – composte ognuna da otto elementi, per un totale di 184 corridori. Non ci sarà Tao Geoghegan Hart, trionfatore nel 2020, protagonista di un duello epico con l’australiano Jai Hindley per la conquista del Trofeo senza Fine: il britannico del Team Ineos punterà sul Tour (per lui sarà un debutto) e sulla prova in linea alle Olimpiadi di Tokyo, prevista appena sei giorni dopo la conclusione della Grande Boucle.

Alcune novità vanno segnalate: il Giro tornerà a Foggia, nell’ottava tappa del 15 maggio, da cui partirà da Piazza Cavour e il 17 sarà a L’Aquila, con il preciso intento di sollecitare chi di competenza a portare avanti, con più decisione, i lavori della ricostruzione. 

Saranno 23 le squadre al via
Saranno 23 le squadre al via

Interessanti i primi commenti raccolti a caldo, a cominciare da quello del ct della Nazionale, Davide Cassani: “Un Giro dove Ganna può vincere le due cronometro. Il percorso è bellissimo, con otto arrivi in salita, un tappone dolomitico con arrivo in discesa, gli sterrati nella tappa di Montalcino, e tante altre tappe difficili. Vuol dire che la classifica può cambiare in almeno 14 frazioni. Sul vincitore? Penso che Bernal sia l’uomo da battere se sarà quello del 2019, Nibali darà battaglia e mi aspetto qualche altro giovane come nuova sorpresa“. Vincenzo Nibali ha giudicato il Giro molto bello e che dà spazio a tutti i corridori, non nascondendo  la preoccupazione di essere sempre nel mirino dei soliti, Bardet, Pinot, Landa, Sagan che, dopo l’assenza dell’anno scorso, si è dichiarato ottimista sulle sue condizioni e pronto a dare battaglia sulle montagne italiane, piene di un particolare fascino. Non meno pronti a farsi valere saranno Bardet, Landa e Pinot che si son detti soddisfatti del percorso, che vede inclusa una salita in tutte e tre le settimane. Domenico Pozzovivo, incrociando sempre le dita, vorrà dimostrare che gli anni che passano non lo hanno scalfito più di tanto e sarà degno capitano della nuova squadra, con un pensiero ai tifosi lucani che avranno da lui buone soddisfazioni. Felicissimo è Filippo Ganna che avrà a disposizione i traguardi di Torino e Milano, sotto i quali potrà passare vincitore, come ben quattro volte ha fatto l’anno scorso.

Una bella presentazione, con l’orecchio teso a malefico virus che ci si augura posso sparire, per non proibire o limitare l’affluenza degli appassionati delle due ruote, sempre pronti ad accogliere  i ciclisti con entusiasmo, per le strade della nostra bella penisola.

Cordiano Dagnoni eletto nuovo presidente della Federazione Ciclistica

Cordiano Dagnoni è il nuovo presidente della Federazione Ciclistica Italiana. Dagnoni, 56enne imprenditore milanese, con il 55,90% (128 voti)  ha vinto al ballottaggio contro Silvio Martinello, ex campione del ciclismo su pista e su strada, che si è fermato al 41,92% (96 voti). Il quorum era di 122 voti: presenti in assemblea 229 delegati su 243 aventi diritto divisi tra 184 affiliati, 19 per la quota atleti e 26 per quella dei tecnici. Alla prima votazione Martinello aveva ottenuto 84 voti (36,24%), Dagnoni 78 voti (34,06%), Isetti 68 voti (29,69%). Norma Gimondi, figlia di Felice, sarà uno dei tre vicepresidenti insieme a Ruggero Cazzaniga e Carmine Acquasanta, che sarà vicepresidente vicario. Dagnoni, presidente uscente del Comitato regionale lombardo, succede a Renato Di Rocco che aveva guidato la Federciclismo italiana dal 2005. “Sono veramente emozionato, adesso inizia il bello, inizia il lavoro vero e l’obiettivo principale è compattare questo movimento che merita davvero tanto”, sono state le prime parole di Dagnoni da neoeletto presidente federale.

Cordiano Dagnoni è nato a Milano il 21 luglio 1964 ed è uno dei tre figli di Mario, figura di riferimento del mondo di ciclsimo. Imprenditore dell’azienda di famiglia nel campo meccanico. E’ stato pilota di derny (conquistando 10 titoli italiani e 3 europei), ha una grandissima esperienza del ciclismo di base: consigliere e poi presidente del Comitato lombardo.