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Dopo un derby molto amaro

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Dopo un derby molto amaro

di Giovanni Labanca

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Abbiamo vissuto il derby con passione e alla fine è stato giudicato come una dei più belli. Bisogna vedere da che punto di vista. Da quello interista è stata una marcia trionfale, come quella dell’Aida, per i poveri milanisti, un lento “va pensiero” del Nabucco, che ricorda il lamento, ma anche la speranza dei prigionieri dei babilonesi. Ci siamo infilati in un gruppo di delusi tifosi milanisti dopo la batosta e qualcuno gentilmente ci ha risposto, seppure con tanto amaro in bocca.

“Noi siamo venuti da Sassari, Milan Club Franco Baresi, come del resto facciamo quasi ogni domenica, e ce ne torniamo con tanto brutta partita persa. Eravamo speranzosi dopo i primo tempo e nessuno di noi si aspettava un calo del Milan così forte e un’Inter rinata da un miracolo. Non basta Ibrahimovic in certe occasioni se non hai una squadra attrezzata. E’ imperdonabile una cosa del genere. Noi abbiamo fiducia e speriamo che sia solo una brutta, bruttissima parentesi”.

Gli fanno eco alcuni arrabbiati tifosi dei Milan club del Pesarese, che non la mandano a dire: abbiamo illuso un popolo che già pregustava la vittoria,ma la delusione è stata tanta e sarà difficile da smaltire. Magari nel viaggio della notte recupereremo, ma ci vorrà un bel po’ di tempo.

Quel Milan club Seregno, con altre della Brianza, tutti uniti, hanno dato sfogo a tutta la loro rabbia, alla delusione più cocente che un tifoso possa avere. “Non pensavamo finisse così. Dopo la gioia del primo tempo, è calato il buio pesto per noi. Inspiegabile una situazione del genere. Vorrà dire che ancora non siamo in grado di affrontare le grandi squadre e dobbiamo vedercela con le minori. Meno male che domenica arriva il Torino in piena crisi che si può battere con facilità. Forza Milan, comunque e sempre”.

Nel frattempo si avvicinano quelli della Provincia Granda che non sanno più come sbollire la rabbia. E’ meglio che sintetizziamo noi con una semplice parola: delusione immensa, ma speranza e la solita fede nel futuro. Ci accontentiamo.

Voci dialettali di ogni regione si sovrappongono nello sconforto. Sono venuti finanche dalla provincia di Potenza, poverini, per tifare Milan, sono quelli di Lauria, Milan Club “Ruggero da Lauria”, a imprecare in dialetto stretto, che noi possiamo tradurre facilmente, con massimo disprezzo di fronte a questa prova che porta indietro il Milan di anni luce. Gli sono a fianco quelli di Rionero in Vulture, sempre della provincia di Potenza, che non sanno più che santo bestemmiare. Poverini, vanno capiti. Dopo mille chilometri, tornare a casa sarà un bel viaggio di rimpianti e delusioni.  Ci pregano di scrivere, comunque, che la loro fede per il Diavolo è sempre la stessa, anzi sarà aumentata per vedere la squadra risorgere. Lo scriviamo senza alcuna difficoltà.

Cambia il dialetto, ma rimane lo sconforto. Sono i soci di un club della vicina Brianza che non si danno pace, anche perché la vittoria era ormai certa, ma noi gli ricordiamo il Trap che diceva sempre, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco.

Ecco fermiamoci su questa massima, perché se intervistassimo tutti gli ottomila milanisti presenti, otterremo le stesse riposte.

Anche stavolta Stadio5 si è tuffato nel cuore della disperazione e ne ha sentito di tutti i colori, cose che il buon vostro cronista ha riportato, anche con una certa eleganza.

Su ragazzi rossoneri, fatevi coraggio. Il Diavolo, come si dice, ne sa più di una e vedrete che anche quest’anno finirà per accontentarvi con l’ingresso almeno in Europa League. Ci scommettiamo? Ve lo dice un Interista che, senza farsene accorgere troppo, se la ride, con il dovuto rispetto e torna a casa tra mille strombazzi nerazzurri. Brutta nottata, ma più buio della mezzanotte non potrà mai venire. Lo diceva Edoardo De Filippo. Fidatevi amici rossoneri.