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Inter, la solita occasione sprecata

Inter, la solita occasione sprecata

di Giovanni Labanca

Lazio-Inter 1-1
Lazio-Inter 1-1

Sintesi della partita dell’Olimpico, occasione perduta, per mantenere la testa della classifica. Un’altra irritante dimostrazione che quella di Conte non riesce, fino a questo momento, a “farsi” squadra, nel senso che il livello di preparazione e di gioco dei nerazzurri si stia stabilizzato, da cui ripartire per affrontare un  campionato che, quest’anno, dovrà dimostrare una sola cosa, quella che la società e i tifosi si attendono da tempo: ce la giochiamo per vincere e non solo per partecipare. Si addiceva bene questa frase al conte Decubertin nel lontano romantico ottocento, ma è fuori moda in un mondo dove si spendono milioni per portare a casa vittorie e non delusioni. La rimonta della scorsa giornata, con uno strabiliante 4-3 sulla Fiorentina, autorizzava a ben sperare che fosse partita quell’Inter che Inter ancora non è, per un campionato da squadra vincente con autorità e non occasionalmente. Il pari contro la Lazio, dopo il gol del vantaggio di Lautaro Martinez al 30′ avrebbe dovuto fare da apripista ad una comoda vittoria, visto il predominio dei nerazzurri a centrocampo su quello biancoceleste giù di tono, tanto da fare arrabbiare non poco Inzaghi, la cui panchina comincia a scricchiolare più del dovuto e a mandare su tutte le furie il compassato presidente Lotito, avido anch’egli di vittorie, dopo che l’anno passato ha toccato il cielo con un dito. Niente da fare e quando sembrava che la frittata casalinga contro una diretta rivale per l’Europa, non parliamo di scudetto, fosse fatta, ecco al 55′ il gol di Milinkovic-Savic che squarciava il cielo nuvoloso di Roma e poneva l’aquila ancora in condizione di volare, anche se non si sa verso quali mete, vista la prova generale degli undici inzaghini. Anche in loro, come nell’Inter, c’è un calo di tensione che non trova nessuna giustificazione per una compagine che l’anno passato lottava per il primato. Mistero del calcio, lo stesso che incombe su Appiano Gentile, come l’anno passato.

L’Inter poteva e doveva vincere una partita, dominata nemmeno con tanta fatica ed invece, come tanti temevano, hanno lasciato in mano, anzi ai piedi dei nervosi avversari che si aspettavano il colpo di grazia da parte dei bauscioni di Milano. Non è stato cosi. Conte, secondo noi, dimostra di  non essere capace di infondere nella capeza dei suoi i principi della continuità, anche se atleticamente hanno tutto per farlo. In certi momenti, sembra che perdano il filo del discorso e si smarriscano in ragnatele di tocchi, che danno tutto il tempo all’avversario di organizzarsi.

Una partita mediocre, anche se i tabellini dei giudici di bordo ring la danno vincente per la squadra dei cinesi.

La cronaca, oltre ai due gol e un palo di Brozovic, è fatta di tanto nervosismo e di una eclatante espulsione di Immobile e di Sensi, che l’approssimativo l’arbitro Guida ha decretato con troppa leggerezza. Per il resto, come diceva una bella canzone, è solo noia, con squadre da rivedere in altre occasioni, pur essendo stata questa, giustamente, presentata come uno scontro di  cartello, ad alto livello. Lazio e Inter, con il misero punticino, rimangono dove sono, ma cominciano a perdere punti preziosi che, puntualmente, saranno rimpianti alla fine.

L’Inter, sull’aereo di ritorno, sta pensando al futuro che si chiama Milan, dopo la pausa, ma già si trova a sfogliare la margherita dell’incertezza, che non si addice alla blasonata Milano nerazzurra.