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Inter senza dignità

Fuori dal mondo dopo il pari con lo Shaktar

Inter senza dignità

Fuori dal mondo dopo il pari con lo Shaktar

di Giovanni Labanca

L'inutile incredulità di Antonio Conte
L’inutile incredulità di Antonio Conte

Credetemi, cari amici lettori, da giornalista neutrale sarebbe stato più facile vergare quattro righe sulla partitaccia di San Siro, ma da giornalista super tifoso mi diventa difficile trovare l’imput giusto e sereno per affrontare le cause, del resto già note, che hanno portato la squadra nerazzurra, la “pazza” Beneamata, all’inferno,  accompagnatavi dal suo stesso Caronte.

A 76 anni, non suonati, non avrei creduto di assistere alla vergognosa distruzione di un Blasone, ricco di vittorie, carico di ammirazione mondiale, amato sempre più in tutte le latitudini. È successo e devo dare ancora ragione al mio amico Cenzino, più anziano, che mi ammonisce sempre di non aver visto ancora tutto. Lui è juventino, ma non inveisce, come del resto faccio pure io, nel massimo rispetto della sportività.

Il maggior imputato, oltre ai calciatori, è stato additato in Conte, l’uomo nuovo del Sud, che, si sperava, avrebbe rispolverato e lucidato a dovere i trofei, che abbondano nella bacheca della società. Steven Zhang, giovane come è di soli 26 anni, il cinesino presidente ha investito tanto, tutto quello che poteva per assemblare una squadra valida e degna della tradizione di quella che ha alzato Coppe in tutti i cieli dell’universo, seguita da tifosi meravigliosi, in qualsiasi condizioni. Non ha avuto fortuna con gli allenatori che hanno scaldato la panchina, fino a che non gli riesce il colpo, a suon di 12 milioni, di portare a Milano Antonio Conte, juventino di ferro e mister di ottime qualità, come dimostrato a Torino e all’estero. Sarà la volta buona, anche se parte della tifoseria nerazzurra non lo “digerisce”, per il suo passato? Pazienza, sarebbero stati i risultati a far cambiare idea a tanta gente. Il secondo posto dell’anno scorso, ad un punto dalla vetta, aveva rasserenato i turbolenti animi, fino a quando non è arrivata l’esclusione dalla Coppa dei Campioni, la competizione più appetita per gloria e denari, su cui puntava tanto il mondo Inter.

Il girone non è stato proibitivo, con il Real in disarmo e le altre squadre non al massimo. Sarebbero bastate le sole vittorie a San Siro per superare Il turno, invece si comincia con un inopinato pareggio con il Borussia, per proseguire con uno stentato 0-0 contro lo sconosciuto Shakhtar, la pesante sconfitta a Madrid per 3-2, seguita da un altro disastro per 0-2, sempre con il Real. Tutto compromesso, anche se si vince in terra tedesca contro il Borussia. Non basta. Siamo quasi fuori, a meno che non si vinca in casa con lo Shakhtar e il Real batta il Borussia. Il Real vince e l’Inter fa harakiri, con uno squallido 0-0. Fuori, game over.

Antonio Conte, sconfitto non solo in campo
Antonio Conte, sconfitto non solo in campo

Tutti contro Conte per come ha giocato la squadra, anche se una traversa grida ancora vendetta. Uomini brillanti fino alla precedente partita, deludono, dormicchiano e non riescono a fare un solo tiro in porta. Spento Lukaku, impreciso e nevrotico Lautaro, nessun altro ha trascinato la squadra all’arrembaggio, con cattiveria, come si addice in queste battaglie da dentro o fuori. In panchina, intanto, Eriksen cercava stelle impossibili nel cielo cupo di Milano. E pensare che il ragazzo, negli ultimi tre minuti giocati l’altro giorno, aveva dato segno di vitalità, proprio quella che ci voleva. Perché non buttarlo nella mischia, almeno all’inizio del secondo tempo, visto che non avrebbe fatto peggio dei pallonari in campo? La sorpresa sarebbe servita a scuotere anche gli altri e il golletto sarebbe arrivato. Si sa come sono i rapporti con il mister, che non sa se farlo giocare o mostrarlo come oggetto misterioso e non desiderato. Lo fa entrare, udite udite, a dieci minuti dal triplo fischio, giusto il tempo necessario per il ragazzo di far vedere qualcosa di buono, qualche guizzo che portava al tiro più facilmente. Quanto amaro ha masticato il leccese che si vedeva sfilare davanti agli increduli occhi il passaggio del turno. Come è, purtroppo, avvenuto. Vergogna, lo posso scrivere senza paura e nessuna commiserazione per Conte che già moltissimi vogliono dimissionario e che noi tifosi invitiamo ad un atteggiamento psicologico più umano nei confronti dei calciatori più deboli, più soli. Non è stato capace di farlo, come non lo è stato nel trasmettere la giusta dose di cattiveria nella squadra, che ha deluso proprio nei momenti topici della stagione. A me non spetta il compito di esonerare qualcuno, ma il desiderio sarebbe grande, se non altro per salvare la faccia compromessa nel campionato.

La società, sono sicuro, leggerà i commenti su social dove, a parte gli scontati “amala”, sono saette di rabbia contro giocatori e Conte. Steven Zhang avrà da fare tanto, in giornata e non sembra sia circondato da uomini capaci di dargli buoni consigli.