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Tiziano toglie il velo alla donna del 500’

Nella mostra di Palazzo Reale, il pittore veneto attraverso i suoi quadri descrive il mondo femminile sotto tutte le sue vesti

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Tiziano toglie il velo alla donna del 500’

Nella mostra di Palazzo Reale, il pittore veneto attraverso i suoi quadri descrive il mondo femminile sotto tutte le sue vesti

di Marcella Baldassini

“E se il poeta dice di far accendere gli uomini ad amare, che è cosa principale della specie di tutti gli animali, il pittore ha potenza di fare il medesimo, tanto più ch’egli mette innanzi all’amante la propria effige della cosa amata” 

Leonardo da Vinci

TIZIANO Venere, Marte e Amore (1550 ca) (2)
TIZIANO Venere, Marte e Amore (1550 ca) (2)

La frase di Leonardo, ci riporta alla vecchia disputa tra poeti e pittori. Chi dei due può risvegliare meglio il desiderio immediato nell’osservatore? Non c’è dubbio che sia il pittore e in questo caso parliamo di Tiziano, il quale, attraverso i suoi dipinti, ci narra di una donna declinata in tutte le sue vesti: promessa sposa, eroina o santa, dea o ninfa, amante irraggiungibile. Ed è proprio dalle mostruosità della guerra e dalle notizie di cronaca di tutti i giorni, da cui vogliamo allontanarci, che entriamo alla mostra di Palazzo Reale, per godere della bellezza e dell’armonia di queste opere.

Fino al 5 giugno. La mostra, a cura di Sylvia Ferino, è promossa e prodotta dal Comune di Milano e Skira, in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Partner principale per la realizzazione è la Fondazione Bracco , che si propone di diffondere e valorizzare il patrimonio artistico a livello nazionale e internazionale.

Nel percorso espositivo possiamo vedere circa un centinaio di opere, di cui 47 dipinti, 16 di Tiziano, e oggetti di arte applicata come gioielli, libri e grafica dell’epoca.

Il percorso espositivo si divide in ben 11 sezioni: 1. Premessa, 2. Ritratti, 3. Le “belle veneziane”,4. ”Apri il cuore”, 5. Coppie, 6. Eroine e sante, 7. Letterati, polemisti, scrittori d’arte,

8. Donne erudite. Scrittrici, poetesse, cortigiane 9. Venere e gli amori degli dei 10. Allegorie 11. Oltre il mito. Nella mostra, oltre che Tiziano, troviamo anche i dipinti dei suoi contemporanei come Giorgione, Lorenzo Lotto, Palma il Vecchio, Paolo Veronese e Tintoretto.

Tiziano nasce a Pieve di Cadore provincia di Belluno nel 1576, a ventidue anni, nell’ambito del patriziato Cadorino, ricco e talentuoso va a Venezia per diventare allievo di Giovanni Bellini che era pittore ufficiale della Repubblica Veneziana. Alla morte del suo maestro, diventa lui il pittore ufficiale della Serenissima, nonostante questo egli lavorerà più per altre signorie, dedicandosi a Venezia il minimo indispensabile. A Ferrara per Alfonso d’Este, a Mantova per i Gonzaga e a Urbino per i Duchi, nel 1545 collabora con Papa Paolo III e la sua famiglia mentre fra il 1548/50 lavora per Filippo II eseguendo molti e celebri ritratti.

“Perché una carriera così straordinaria? “si chiede il compianto Philipe Daverio nelle sue analisi critiche. “Perché sta compiendo una rivoluzione del gusto. Lui come il Giorgione da Castelfranco. Nudi palpabili e vesti di lusso. Tiziano non ha niente di quella etica austera della Venezia, città di mare, ma ha una visione carica di sensualità. Guarda alla pittura toscana, impara a costruire dei nudi, impara a usare più materia pittorica di cui prima non conoscevamo. E’ un grande innovatore e porta la sensualità anche nel soggetto religioso”.

Di grande impatto visivo e compositivo sono i soggetti rappresentati nella sezione che riguarda la ricerca del piacere erotico idealizzato in Venere e gli amori degli dei.

Nell’opera di Tiziano e bottega, “Venere, Marte e Amore” del 1550, ci mostra Marte e Venere intenti ad unirsi in un abbraccio sensuale, mentre Amore (in volo con faretra, freccia e arco) veglia su di loro compiaciuto: la scena racconta un episodio tratto dalle “Metamorfosi di Ovidio”, di cui però Tiziano cambia ambientazione, inserendo i personaggi in un paesaggio rigoglioso, tipico della tradizione figurativa veneziana.

Altro tema di soggetto mitologico molto intenso è rappresentato da Tiziano nell’opera “Venere e Adone” che mostra una splendida donna, Afrodite, perdutamente innamorata di Adone. Lui non si farà fermare dalla premonizione di lei e troverà la morte in una battuta di caccia.

Idealizzare l’amore erotico e rappresentarlo era un genere di grande successo all’inizio del XVI secolo. Le “Belle veneziane”, sono un soggetto molto richiesto dai collezionisti di tutta Europa. Queste donne affascinanti che guardano l’osservatore con occhi vivaci, toccandosi i capelli biondi e riccioluti. Vestono camice trasparenti, che scoprono il seno, non devono essere interpretate, secondo la critica, come un invito al sesso, ma come il casto desiderio di “aprire il cuore”, mostrando il proprio sentimento.

E per finire l’esempio delle donne eroine che Tiziano rappresenta nelle due opere,  di grande pathos, “Tarquinio e Lucrezia” e “Lucrezia

e il marito”. Lei è l’eroina indiscussa , disposta a togliersi la vita per difendere il proprio onore dopo aver subito violenza da parte di  Sesto Tarquinio.

Un’ultima opera “Ninfa e pastore”, dipinta da Tiziano nel 1570/75, quando l’artista era già anziano, è l’opera in cui l’artista mette al centro della scena la donna-ninfa, le dona non solo sensualità ma anche grande potere personale. Ambientata in un paesaggio che sa di tempesta, rimane immobile e distesa, consapevole di essere lei a comprendere la forza della natura e del destino che regna inevitabile sulla nostra vita di mortali.