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Il Cocoricò lancia una campagna di crowdfunding

Il tempio della musica elettronica riconosciuto a livello mondiale lancia oggi la campagna di crowdfunding per ultimare la ristrutturazione del locale e annuncia la nascita di MUDI: MUseo DIscocratico, il primo museo ospitato in un club in Italia

Repubblica Discocratica del Cocoricò Repubblica Discocratica del Cocoricò

Il Cocoricò lancia una campagna di crowdfunding

Il tempio della musica elettronica riconosciuto a livello mondiale lancia oggi la campagna di crowdfunding per ultimare la

ristrutturazione del locale e annuncia la nascita di MUDI: MUseo DIscocratico, il primo museo ospitato in un club in Italia

di Riccardo Sada

Appoggiandosi a Produzioni dal Basso, prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation, la campagna ha l’obiettivo di coinvolgere gli appassionati di ogni generazione per portare a termine il progetto di ripristino di un centro internazionale dedicato alla musica elettronica, che come tutte le altre realtà nel mondo legate all’intrattenimento e alla cultura è stata fortemente penalizzata dalle drammatiche condizioni sanitarie che hanno coinvolto l’intero pianeta. Da sempre locale all’avanguardia e attento ai nuovi movimenti culturali, il Cocoricò accoglierà nei suoi spazi caleidoscopici, una volta finiti i lavori di rinnovamento, progetti di artisti nelle più svariate forme (videoarte, performance e musica live, pittura, scultura, fotografia, teatro e cinema) al fine di valorizzare i giovani talenti del panorama. MUDI sarà parte integrante del Cocoricò e proporrà mostre e performance in concomitanza con le leggendarie serate che hanno fatto la storia della musica italiana e internazionale, oltre a un calendario di esibizioni e incontri speciali, programmati nel corso dell’anno.

Il Museo prenderà forma anche in versione digitale attraverso esperienze immersive nel mondo della NFT art e dell’arte 3D. Il progetto del MUDI nasce in linea con lo spirito del club sempre volto a stimolare l’interesse per l’arte e la sperimentazione, che lo anima sin dalla sua nascita: l’idea di partenza degli organizzatori, sotto la guida dei nuovi gestori Enrico Galli e Antonella Bonicalzi, è di inserirsi nella tradizione che dalla fine degli anni ‘80 ha visto sotto la Piramide i più dirompenti show di arte performativa.

Caratterizzato da un grande spirito di innovazione artistica e animato dalla volontà di trasmettere cultura e bellezza a un pubblico trasversale, Cocoricò ha lanciato la campagna appellandosi alla comunità che ha popolato per anni lo storico locale di Riccione. Per tutti coloro che decideranno di contribuire sono previsti numerosi reward da collezione, irripetibili nella loro unicità: dalla tavoletta di cioccolato dentro la quale è possibile trovare il golden ticket (l’abbonamento a vita al Cocoricò dal momento dell’apertura) al proprio nome inciso sul Wall Of Fame del locale. Abbiamo fatto due chiacchiere con il proprietario Fabrizio De Meis.

Quale è stata la reazione del pubblico e della critica al video diffuso?

“Le reazioni sono state tante e molto positive. Tutti coloro che hanno saputo della campagna di crowdfunding e dalla comunicazione che si è generata intorno al progetto si sono congratulati per la bella iniziativa che abbiamo istituito. Sono molto contento del feedback che abbiamo ricevuto”.

Quali obiettivi vi ponete con questa azione?

“Sicuramente l’opera del crowdfunding ha lo scopo di sostenere e di dare forma al nuovo progetto del MUDI, il primo Museo Discocratico, ma soprattutto di portare a termine il completamento della ristrutturazione del locale”.

Come e quando pensate di riprendere le attività?

“Purtroppo la ripresa delle attività non dipende in ultimo da noi. Ovviamente siamo pronti a riaprire e non vediamo l’ora ma dipendiamo dalle norme sanitarie per la ripartenza. Una data vera e propria, quindi, non siamo ancora certi di poterla dare”.

Mentre siete impegnati nel ripartire come organizzate le vostre giornate lavorative?

“Per quanto mi riguarda sto seguendo sia i lavori al locale, sia i vari meeting indispensabili per poter organizzare la ripartenza. Quello che stiamo facendo come team è programmare ogni aspetto della riapertura in modo da ottimizzare tutti i progetti che abbiamo in mente e farci trovare pronti e ricominciare con più entusiasmo di prima”.

Come immaginate lo scenario durante e dopo la ripresa?

“A seconda dei protocolli, durante la ripresa ci sarà un’altissima attenzione al rispetto assoluto delle misure di sicurezza. Per quanto riguarda il dopo, spero che si possa tornare alla normalità, gradualmente, senza alcun tipo di restrizione. Penso che questa sia la speranza di tutti”.

Molte grandi discoteche sono diventate nel contempo anche contenitori per nuove e alternative attività. Seguirà questa strada anche il Cocoricò?

“Quello che stiamo cercando di fare è di rinnovare il nostro locale in modo che sia fruibile e utilizzabile per tanti tipi di attività: eventi privati, convention, ovviamente il core business del Cocoricò rimane lo stesso: un club di musica elettronica, che cambia la funzionalità e la sua proposta d’intrattenimento. Il MUDI in questo è l’esempio perfetto in cui il Cocoricò, rimanendo se stesso, ritorna ad essere un luogo legato all’arte come lo era qualche anno fa. Sicuramente bisognerà pensare in grande in modo tale che le location siano compatibili e pronte ad accogliere un pubblico trasversale”.

Cocoricò compie 32 anni. Che bilancio potete fare oggi?

“Il Cocoricò ovviamente in questi 32 anni ha ottenuto una fama internazionale molto importante, registrando un bilancio positivo. È inutile negare che ci siano stati dei momenti delicati nella storia del locale. In più, sicuramente, questi ultimi due anni sono stati davvero difficili per tutto il settore in tutto il mondo, e molte location hanno visto la propria realtà seriamente compromessa. Forti del fatto che Cocoricò ha una grande storia alle spalle, siamo fiduciosi sul fatto che si potrà ripartire, con qualche difficoltà ma con la stessa qualità di sempre. Lavoreremo per costruire il futuro del locale, in modo che la gente continui a riconoscere nel Cocoricò un alto livello d’intrattenimento, cultura e arte”.