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20° Tappa Giro d’Italia: Asti-Sestriere

La tappa del corona virus

Asti Asti

20° Tappa Giro d’Italia: Asti-Sestriere

La tappa del corona virus

di Giovanni Labanca

L’ultima tappa alpina non va in Francia, dove non ci hanno voluto per paura di assembramenti al passaggio dei corridori. Figurarsi su quelle altezze e con il tempo che ci potrà essere, quale folla avrebbe accerchiato i corridori e creato problemi. La France, quella della ex grandeur che ha fatto infettare tutta la nazione, ha avuto paura di uno sparuto gruppo di tifosi e della carovana del Giro, che avrebbe toccato il suolo transalpino a Brianson. Ognuno fa le sue scelte in materia e il direttore del Giro Mauro Vegni ha dovuto chinare il capo e così, al posto dell’Agnello, dell’Izoard e Monginevro, ha rivisto il percorso originario e ha optato per la scalata del Sestiere, da ripetersi tre volte, una da Pragelato e due da Salice, con arrivo sempre sul Colle. Il percorso, più o meno, presenta quasi le medesime difficoltà di salite e promette le stesse emozioni, anche se non c’è da andare in Francia a prendere il virus. Il Giro è sempre il Giro e darà spettacolo, anche con questa imprevista emergenza.

Il povero direttore Vegni, nella tappa di ieri, ha dovuto subire il ricatto dei partenti da Morbegno che hanno preso la improvvisa decisione di non affrontare altri 250 chilometri da pedalare, dopo le faticacce dello Stelvio. Questa inusuale forma di protesta è apparsa a Vegni un ricatto bello e buono, perchè non può essere comunicata al momento del via, con tutte le conseguenze di riorganizzazione e anche penali, che potrebbero scaturirne  dal punto di visto economico, considerando che il passaggio della carovana ha dovuto essere annullato in tanti paesi che, in anticipo, avevano già pagato il dovuto alla RCS, non vedendosi riconosciuti anche i diritti televisivi, di cui si gode in termini di visibilità. Guai in vista, comunque, per qualcuno, come lo stesso Vegni ha dichiarato con rabbia e sconcerto.

Detto di questo fattaccio increscioso, pensiamo agli alpinisti che saranno sempre in lotta tra loro, anche se qualcuno ha lasciato per strada secondi preziosi, come per esempio Domenico Pozzovivo, che ha corso tutta la tappa senza mantellino, sfidando il vento e il freddo da vero pioniere. Onore a lui, senza dimenticare gli altri suoi colleghi, altrettanto coraggiosi. Saliranno il Sestriere tre volte e dimostreranno che il Giro non può dirsi ancora concluso, essendo aperto a nuovi cambiamenti, con  la cronometro di Milano che servirà a fare punteggio.

Sestriere
Sestriere

Eccoci al Sestriere, la casa degli Agnelli e di migliaia di altri sciatori che affollano le sue piste.

Era, questa zona, una landa desolata che i signori Fiati comprarono con pochi spiccioli al mq, per trasformarla in una delle più belle stazioni per lo sport dello sci. Vi fecero costruire, su progetto dell’ingegnere Vittorio Bonadè  Bottino, due belle Torri, che sono poi diventate il simbolo del Piemonte intero, che vi si trasferisce in massa per settimane bianche e vacanze da non dimenticare.

Il nome di questa incantevole località deriva da Petrasextrecia, la sesta pietra miliare, che serviva per misurare la distanza da Torino. E’ facile, quindi, intuire come l’economia della cittadina sia, per la maggior parte, basata sul turismo tutto l’anno.

I pochi che avranno l’ardire di salire fin lassù assisteranno sicuramente ad uno spettacolo unico, che noi ci godremo comodamente in poltrona, sperando che altre polemiche non guasteranno la festa.